Le Chiese

 Il Convento di San Francesco
Il convento è stato costruito a partire dal 1460 e consacrato nel 1480 per volere dei conti Pandone, potente e longeva dinastia che ha retto la Baronia di Prata per oltre 100 anni.
L’imponente fabbricato è composto da diversi ambienti (refettorio, cucina, dormitori, cantine etc.) su un’area di circa 9000 mq.
     Lo stile è romanico, conservato nelle principali strutture architettoniche dell’edificio che, tuttavia, presenta anche elementi tipici barocchi.
     Il piazzale antistante il Convento è ora asfaltato e, oltre ad essere ben tenuto, è caratterizzato da alberi sempreverdi e da due ulivi centenari.
     Ci sono due ingressi: uno da via Cantone, l’altro salendo una scalinata da via S. Sebastiano, a lato della quale c’è un’antica edicola con la Vergine Addolorata, sovrastata da un mosaico raffigurante lo stemma dei Servi di Maria, l’ordine monastico che custodisce il Convento dal 1906.
 Dal piazzale si accede alla Chiesa attraverso un atrio, con volta a crociera, delimitato esternamente da un arco a tutto sesto. La porta d’ingresso è   sormontata   da un mosaico di ceramica raffigurante S. Francesco e            S. Domenico.
     La Chiesa si presenta a croce latina con una sola navata ( una posta sul lato sinistro fu abbattuta nel ‘700 ) mentre il transetto è coperto da tre cupole; gli ambienti si sviluppano intorno ad un chiostro coperto da volte a botte e a crociera sorrette da un robusto colonnato formato da capitelli riccamente scolpiti. Al centro del chiostro, un pozzo con cisterna dal quale, anticamente, scaturiva una sorgente che le cronache del tempo definivano “miracolosa”.
     La struttura ha subito notevoli cambiamenti a partire dal 1700, quando fu innalzata la navata e le pareti furono decorate con nicchie e stucchi tuttora presenti.
     In un armadio posto a destra del transetto, sono collocate le mummie di tre membri della famiglia Pandone.
     All’ingresso della Chiesa sono presenti due affreschi recuperati dai soci del G.A.P.S sotto la guida della Sovrintendenza ai Beni Culturali, databili tra la fine del Cinquecento e la metà del Seicento e raffiguranti le sante martiri Agata, Lucia ed Apollonia ed una Annunciazione.
        Sul lato destro della navata, nascosto dal quadro della Madonna di Pompei, è visibile la traccia di un altro affresco, così com’è comparsa una piccola immagine di S. Francesco nell’atto di ricevere le stimmate.
  Bisogna ammirare anche quello che si trova nel refettorio raffigurante “L’Ultima Cena”, nel quale si distinguono nitidamente, oltre a Gesù, Giuda e S.Giovanni, attribuibile alla scuola napoletana del Settecento.
     Da notare, ancora, lo splendido crocifisso ligneo, realizzato dagli artigiani di Val Gardena e offerto dai Pratesi nel 1988; ai piedi della Croce troviamo una bella e antica statua della Madonna Addolorata, o delle Sette Spade, che viene venerata durante il mese di settembre, secondo la regola dei monaci Serviti.

La chiesa di San Pancrazio

     Nella piazza centrale del paese, dedicata a S. Pancrazio, il ragazzo martirizzato per la fede nel 304 d.C. nella città di Roma,  si trova l’omonima Chiesa parrocchiale edificata nella contrada “Pagliara” poco dopo il secolo XV.
     Della Chiesa si ha notizia intorno al XVII secolo, anche se si ha menzione di un’antica chiesa detta S. Pancrazio vecchio costruita a circa 1000 piedi da questa nell’anno 744 d.C.
     Gli interventi di ristrutturazione iniziarono nel 1713 con la costruzione del campanile e continuarono nel 1750 con l’innalzamento della navata e la costruzione del transetto con cupola centrale; nel 1756 la navata fu arricchita di stucchi, ancora oggi conservati, mentre nel 1779 fu ordinata e messa in opera la pavimentazione in maiolica napoletana, opera del maestro Giovanni Nasta di Napoli.
     Seriamente danneggiata dagli eventi sismici degli anni ’80, la Chiesa è stata sottoposta ad un notevole intervento di ristrutturazione e i lavori sono riusciti a riportare la Chiesa all’antico splendore.
     Il culto di S.Pancrazio in Prata Sannita è antichissimo e questa è l’unica Chiesa del circondario dedicata al Santo.
     La facciata ha uno sviluppo considerevole in verticale: il portale d’accesso, in pietra lavorata, reca in alto un’edicola con ai lati due soli sfolgoranti, probabili simboli dei Cavalieri Templari, custodi del Santo Sepolcro.
 Più in alto si intravedono i segni di una meridiana, successivamente abolita, e un rosone in tufo nero costruito durante i lavori di ristrutturazione che hanno interessato l’edificio.
     Sono presenti numerosi materiali riutilizzati, molto più antichi della Chiesa stessa, come il portale laterale raffigurante Cristo e arricchito con motivi geometrici e floreali, in stile longobardo, e tre teste di leone poste nella parte superiore della facciata.
Sul lato destro, all’esterno della Chiesa, si trova un antico Crocifisso in ferro su una base in pietra.
     La Chiesa è a croce latina: il calpestio, prolungato nel tempo, aveva consumato completamente intere zone della pavimentazione originaria rendendo quasi impossibile la lettura dei disegni e delle decorazioni.
Il Gruppo Archeologico di Prata Sannita, con il consenso della Soprintendenza ai Beni Architettonici, Artistici, Ambientali e Storici di Caserta e sotto la direzione dei restauratori Gianni Sparla e Silvana Franchini ha proceduto al recupero ed al restauro di parte della pavimentazione, grazie ad un lavoro certosino.
Il nuovo pavimento, una vera e propria opera d’arte, è frutto di mesi e mesi di lavoro paziente del ceramista Martinelli Santillo da Prata Sannita il quale ha utilizzato tecniche pressoché identiche a quelle originarie.

Il Convento di Sant’Agostino

L’edificio sorgeva in una località detta “Prata Piana”, oggi denominata contrada S.Agostino, posta a 500 m. dall’abitato medievale. La denominazione Prata Piana si riferisce, molto probabilmente, ad un agglomerato urbano del periodo altomedievale che ha subito le frequenti incursioni saracene, per questo saccheggiato e distrutto.
Non si hanno notizie certe circa la data della sua fondazione, tuttavia esso era sicuramente operante nel 1310, quando si avevano notizie di Prata già da circa 600 anni, e dipendeva dalla Diocesi di Alife.
A partire dal XIII secolo, dopo la conferma pontifica dell’ordine di S.Agostino, cominciarono a sorgere in tutta Italia i conventi di questa istituzione religiosa e, i più vicini a Prata, furono i Conventi di Venafro e di Boiano.
Durante gli anni in cui operò, il Convento fu un importante centro di riferimento per gli abitanti della zona, dato che in epoca medievale il potere ecclesiastico era posto sullo stesso piano di quello del feudatario, costituendo un notevole vantaggio per la popolazione locale, la quale, grazie a questo bilanciamento di forze, riusciva a garantirsi un’evoluzione non traumatica degli eventi. Inoltre, il Convento favoriva gli scambi commerciali, anche se in moco indiretto, poiché nel giorno di S.Agostino, il 28 agosto, si svolgeva in loco un’importante e ricca fiera alla quale partecipavano mercanti e visitatori provenienti perfino da Napoli.
Nel 1460 venne edificato il Convento di S.Francesco e per circa 100 anni i due Conventi convissero pacificamente ( si ricorda solo una disputa sul diritto alla precedenza nelle processioni ); tuttavia, dopo il censimento dei Conventi agostiniani in Italia, il Papa Innocenzo X ordinò la chiusura di quelli con un numero ridotto di monaci in quanto non godevano più dei lasciti che consentissero di non ricorrere alle elemosine.
Il Convento fu considerato non attivo nel 1652 e ne fu ordinata la soppressione. Il degrado delle strutture consentì lo spoglio delle statue e di tutti gli elementi decorativi; inoltre, nel 1708, un forte terremoto fece crollare le strutture ancora in piedi e, successivamente, dopo il secondo conflitto mondiale, si ebbe il saccheggio definitivo da parte della gente locale.

La Cappella di Santa Croce

Si tratta di una cappella patronale che si trova in via Cantone, nel centro storico di Prata Superiore.
Da un’epigrafe rinvenuta al suo interno, sembrerebbe che essa sia stata costruita nel 1311 per volere di Franco de Franchis, anche se da un manoscritto inedito dell’ 800, si evince l’esistenza nel territorio pratese di un’altra Chiesa di S.Croce, della quale, però, si è persa la memoria.
Attualmente è di proprietà della famiglia Cameretti che la possiede dal 1664.
E’ sicuramente la più grande di tutte le cappelle patronali, essendo posta su una superficie di circa 109 mq, e vi si accede attraverso una scalinata che conduce ad un piccolo spiazzale; un tentativo azzardato di restauro ha stravolto l’originaria architettura, intervenendo in modo inappropriato sulla facciata e sul tetto. All’interno si conservano ancora le tracce di un interessante affresco trecentesco che raffigura il “Cristo Pantocratore”, affiancato da figure di angeli e di Santi.

La Cappella della Confraternita di San Sebastiano
              
            Edificata intorno al 1466, a metà strada fra il Borgo Medioevale e Prata Superiore, era conosciuta dai nostri avi come “la Cappelluccia”. Si tratta di una piccola chiesa, ad una sola navata, all’interno della quale è tuttora visibile un affresco del Cinquecento che raffigura S. Rocco piegato su una gamba e con ai piedi un cagnolino che trattiene tra i denti un piccolo pezzo di pane.
La presenza dell’affresco raffigurante S.Rocco, che insieme a S.Sebastiano era conosciuto come il protettore degli appestati, ed il termine “Ospedale” con il quale in alcuni documenti del secolo XVIII veniva definita questa chiesa, rendono verosimile l’idea che questo potesse essere un ricovero per i viandanti i quali, in tempi di ricorrenti epidemie e di peste, venivano albergati fuori dall’abitato per un periodo di quarantena.
La chiesa godeva di rendite provenienti dai suoi terreni posti nel territorio di Prata per la sua manutenzione.
Attualmente, si trova in uno stato di totale abbandono.